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La musica a scuola: si o no?

La riforma scolastica ha previsto dei cambiamenti che spaventano, nomi complessi, cicli di studio che portano ad una nuova concezione dei percorsi scolastici.

Ma in tutto ciò la musica, e nell’eccezione più amplia tutte le discipline artistiche, hanno ancora un ruolo?
Purtroppo non sembrerebbe, tant’è che la musica perde dignità riuscendo a conquistare solo una posizione secondaria all’interno dell’istruzione obbligatoria.

Eppure, le Arti giocano un ruolo principale in tutto quello che riguarda la creatività, l’Arte permette alle persone di vedere, sentire, pensare in modo nuovo e sempre diverso anche all’interno di una realtà statica.

Sembra che la “Scuola” non la pensi così.
La legge riordina gli istituti precedenti in otto grandi famiglie; per ciascuna offre delle “Indicazioni Nazionali”.
All’interno dei nuovi ordinamenti la musica è calpestata.
I tre licei, scientifico, classico, e artistico(!!) la musica è nominata fra le discipline opzionali, solo per poche ore nei primi quattro anni e senza indicazione di programmi, come invece avviene per le altre discipline.
Inoltre le poche ore possono essere svolte solo se gli studenti non hanno dei problemi nelle altre materie, perché in questo caso, dovranno occupare le ore dedicate alla musica, nel ripasso per eliminare le lacune delle materie principali.

In pratica fai musica, come se fosse un premio, solo se l’interrogazione d’inglese è andata bene o sei riuscito a svolgere un tema corretto ed elegante nell’ora di letteratura!

Per gli altri percorsi, se è possibile, la situazione peggiora: nel liceo economico è presente nel biennio, non come disciplina a se, ma solo inserita nella tutela dell’arte, e in quello linguistico compare nell’ultimo triennio.
Addirittura assente nel Liceo Tecnologico.
Rimane il Liceo Musicale..

Il problema è solo uno: musicisti si nasce o si diventa?’
Se si nascesse basterebbe iscriversi ad un liceo musicale senza nessuna complicazione..
Ma se invece si diventasse, il ruolo dell’educazione scolastica sarebbe primario, e, seguendo questa ipotesi, un programma ministerile che “boccia” la musica potrebbe danneggiare molto il futuro musicista, anzi potrebbe non sviluppare un naturale talento bloccandone l’espressione.

Aspettiamo i vostri pareri!

 

 
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