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News inserita il 09/05/2006 09:00:14
 
CD DEL MESE - Harp Orchestra
 
“The myst” è l’album che ha portato alla ribalta questa particolare formazione, tutta italiana, composta da una quarantina di arpisti. Il cambio di nome avvenuto lo scorso anno – da Celtic Harp Orchestra a Harp Orchestra – sancisce la libertà espressiva della formazione guidata da Fabius Constable, sempre più decisa a inoltrarsi su un cammino fatto di creatività e pura emozione.

La nascita di questa formazione musicale atipica, un organico orchestrale a maggioranza di arpe celtiche, risale al 2002, quando ben 44 arpisti furono riuniti per suonare assieme sul palco di un noto festival di cultura celtica, sotto la conduzione del M° Fabius Constable.

Fabius Constable è compositore, musicista e didatta. Iniziato alla musica dall’età di 4 anni e suona, durante i suoi concerti, l’arpa celtica (grazie alla quale è diventato uno dei più noti interpreti italiani), la fisarmonica, il violoncello ed il pianoforte.
Ha composto e immesso nel mercato discografico più di 60 musiche per sette diverse etichette discografiche, che spaziano dal pop alla musica celtica e alla musica classica da camera. Convinto fautore di un approccio diretto con il pubblico, durante i suoi concerti si osserva un grado altissimo di interazione con l’audience, tipico di un cabarettista, parte di un’altalena che oscilla tra serio e faceto capace, secondo lui, di straniare l’ascoltatore quel tanto che basta per fargli scoprire il cuore. Compositore di tutte le musiche della CHO e arrangiatore dei tradizionali proposti è il fondatore dell’Orchestra.

Quello che doveva essere un semplice evento, visto l’enorme successo (circa 4.000 persone di pubblico), si trasformò in un organico fisso, esibendosi in un ensemble variabile di 24/30 arpisti e diventando così di fatto la più grande orchestra d’arpe stabile del mondo.

Nell’aprile del 2003 l’Orchestra si riunì per la registrazione di un CD live, “Got the Magic”, nella suggestiva cornice storica della Rocca Brivio Sforza, producendo un lavoro musicale che verteva all’esplorazione di brani tradizionali e originali, manifestando uno stile che avrebbe portato alla “rivoluzione espressiva” dell’album “The Myst”.

Nel frattempo la peculiarità dell’organico, della musica e del carattere dell’Orchestra, hanno portato la CHO ad esibirsi sempre di più e sempre più lontano: dall’ Auditorium di Roma-Parco della Musica a Trieste, da Benevento alla Confederazione Elvetica, dalla Val d’Aosta ad Anagni, dalla Spagna all’Irlanda ed in televisione davanti alle telecamere di RAI2, RAI3, RAIEducational, SKY-Atlantis, DISNEY CHANNEL, RETE4, CANALE5, RETI NAZIONALI SVIZZERA E SPAGNOLA.

Alla fine del 2005 la formazione ha cambiato il suo nome in “Harp Orchestra – Compagnia dei Liberi Arpisti”, proprio per ribadire la totale libertà espressiva della propria proposta musicale.

Profilo Harp Orchestra su Vitaminic Le prossime date
19/5: Como, Auditorium Don Guanella

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La Celtic harp Orchestra è una formazione musicale atipica, un organico orchestrale formato per la maggior parte di arpe celtiche, la cui nascita risale al 2002, qquando ben 44 arpisti furono riuniti insieme sul palco di un noto festival di cultura celtica.
Visto l'enorme successo, quello che doveva essere un semplice evento si trasformò in un organico fisso, esibendosi in un ensemble di 25/30 arpisti, diventando così di fatto la più grande orchestra d'arpe stabile del mondo.
Dopo la registrazoione di un album live "Got the Magic", esibiizioni in tutta Italia (Spagna, irlanda) e svariate apparizioni televisive (Rai2, Rai3, Rai Educational, Sky-Atlantis, Disney Channel, Rete 4, Canale 5 ecc.) la Celtic Harp Orchestra ha registrato il nuovo CD "The Myst" cche ha portato ad un vero turning point nella proposta musicale dell'orchestra.
Partendo da un retroterra tradizionale irlandese si è infatti raggiunto un panorama musicale fatto di sonorità mai udite prima, attraverso le quali decine ddi arpe celtiche si fanno affiancare da cori, voci soprano, baritono e tenote, oboe, violoncello, contrabbasso, mandolino, flauto traverso, flauto lakota, campane tubulari, pianoforte, sitar e percussioni africane, con il risultato di una musica senza tempo e senza luogoo, a volte intima e a volte fortemente orchestrale.
Attraverso di essa si rivivono atmosfere da canto liturgico ortodosso accanto a momenti festosi e di danza, panorami da colonna sonora a poca distanza da ballate dolcissime.