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SEZIONE OPERA - Autore: Donizetti Gaetano su libretto di Felice Romani e Girolamo Maria Marini
 
Adelia
 
Personaggi

Carlo, duca di Borgogna (Bar)
Oliviero, conte di Fienna (T)
Arnoldo, capo degli arcieri francesi (B)
Adelia, sua figlia (S)
Odetta, sua amica (Ms)
Comino, ciambellano (T)
uno scudiero (B)
cavalieri, dame, cittadini e cittadine, arcieri

L’opera fu composta a Parigi durante le prove della Favorite .
Il libretto, scelto dall’impresario romano Vincenzo Jacovacci, era già stato musicato da Carlo Coccia con il titolo La figlia dell’arciere (Napoli 1834). Poiché la vicenda si concludeva con il suicidio della protagonista, Jacovacci impose un nuovo terzo atto dal finale lieto, suscitando le riserve di Donizetti che avrebbe preferito un libretto concepito ex novo .

In Borgogna nel XIV secolo.
Arnoldo scopre una tresca fra la figlia Adelia e Oliviero. Poiché quest’ultimo è un nobile, Arnoldo non può vendicarsi ma solo appellarsi al duca di Borgogna. Arnoldo sa che una legge del duca vieta, pena la morte, matrimoni tra nobili e gente del popolo, ma ugualmente invoca nozze riparatrici. Carlo, che intende punire Oliviero per aver disobbedito al suo volere, finge di acconsentire, ma solo per colpire ancora più crudelmente il suo vassallo.
Segretamente informata, Adelia cerca in tutti i modi di rimandare il matrimonio, suscitando l’ira del padre e il dolore dell’amante. Quando tutto sembra perduto, giunge tuttavia la notizia che il duca ha perdonato e ha concesso un titolo nobiliare ad Arnoldo. Oliviero potrà così sposare Adelia senza infrangere la legge.

La prima rappresentazione, in parte turbata dalle proteste degli spettatori, indignati dal comportamento dell’impresario che aveva venduto i biglietti senza tenere conto della disponibilità del teatro, registrò soprattutto un successo personale di Giuseppina Strepponi nei panni della protagonista. Solo a Napoli l’opera suscitò un reale e sincero entusiasmo.
A dispetto del parere negativo dello stesso Donizetti, che trovava il libretto «senza situazioni, senza passioni, senza effetti e con versi non atti ad eccitare l’estro», Adelia contiene molte pagine riuscite: il finale primo, nel quale la fiera perorazione di Arnoldo, che rivendica l’onore perduto della figlia, si accompagna a una scrittura orchestrale complessa e timbricamente ricercata; il secondo atto, il migliore, in parte esemplato sulla Gabriella di Vergy ; il primo duetto tra Adelia e Oliviero, nel quale due varianti dello stesso motivo servono a Donizetti per sottolineare il diverso, quasi opposto, stato d’animo dei due personaggi. L’opera fu spesso ripresa a Napoli, ma già negli anni Sessanta del secolo scorso era uscita dal repertorio.
In tempi recenti Montserrat Caballé ha proposto in recital l’aria del terzo atto “Le nostr’anime che il cielo univa”.