Personaggi
Zazà (S), Anaide (Ms), Milio Dufresne (T), Cascart (Bar), Floriana, Natalia, la signora Dufresne, Bussy, Malardot, Lartigon Duclou, Michelin, Marco, Courtois, Totò, Claretta, Simona, due ballerine spagnole, due cantanti in costume, due sarte del concerto, Augusto, il pompiere, due clown, due ballerini spagnoli, un cantante vestito da soldato, due macchinisti, un servo di scena
Durante il periodo della sua permanenza a Parigi, Leoncavallo aveva frequentato i caffè-concerto e aveva fatto anche il pianista accompagnatore: naturale che il soggetto di Berton e Simon (l’attore che era stato il primo Scarpia nella Tosca di Sardou, accanto a Sarah Bernhardt) lo avesse affascinato.
Atto primo Zazà è la soubrette del caffè-concerto dell’Alcazar a St-Etienne. A lanciarla è stato Cascart: prima la ragazza viveva miseramente con la madre Anaide, un’ex artista sempre ubriaca. Cascart è innamorato della ragazza; lei gli è riconoscente, ma ama Milio Dufresne.
Atto secondo Zazà, che da tre mesi è l’amante di Milio, è preoccupata a causa dell’annunciata partenza di lui per l’America. Arriva però Cascart, che le racconta di aver visto Milio a Parigi, in compagnia di una donna elegante. Zazà teme che l’uomo abbia un’amante e parte per la capitale.
Atto terzo A Parigi. Milio è sposato e ha una figlia: con dolore ha deciso di lasciare Zazà e partire con la famiglia per l’America. Milio esce di casa con la moglie, quando arriva Zazà, che fa credere al maggiordomo di essere attesa dalla padrona di casa. La soubrette scopre che Milio è sposato e conosce anche sua figlia, Totò. Distrutta dal dolore, si allontana piangendo.
Atto quarto Zazà confida a Cascart (“Zazà, piccola zingara”) di voler ricominciare a cantare, ora che la sua storia d’amore è finita. Prima però vuol dire addio a Milio. All’uomo, all’oscuro di quanto sia successo, Zazà confessa di sapere tutto e gli fa credere di aver raccontato alla moglie la verità su loro due. La reazione di Dufresne è violenta: la insulta pesantemente dichiarando tutto il suo amore per la moglie. A Zazà è ormai chiaro che per Milio la famiglia è la cosa più importante. Allora spiega a Milio che non è successo niente, che la moglie è all’oscuro della loro relazione. E anche se l’uomo vorrebbe riavvicinarsi ella lo scaccia. Rimasta sola, Zazà piange sulla sua solitudine.
Il mondo del teatro visto da dietro le quinte, il ruolo dell’attore costretto a recitare nonostante i propri problemi personali: sono temi che Leoncavallo aveva già sviscerato in Pagliacci , e che qui ritornano, seppure in un’ottica meno tragica. Ma al compositore piace mescolare le carte utilizzando temi da caffè-concerto, parodie rossiniane, romanze da salotto, stilemi operettistici. Tanti, forse troppi, sono i personaggi che affollano i camerini e il palcoscenico dell’Alcazar: su tutti domina la figura della protagonista, di cui l’opera delinea un vero e proprio ritratto psicologico. Con «energia disperata» (come prescriveva il compositore), Zazà nel terzo atto declama la sua disperazione e l’amara constatazione dell’impossibilità del suo amore: in stridente contrasto, per sottolineare ancora di più la distanza tra il suo mondo, quello del caffè-concerto, e quello di Milio, un salotto borghese, la piccola Totò suona al pianoforte un’Ave Maria di Cherubini.
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