Personaggi

Dell'allegra brigata:
DIONEO: tenore
BELTRAMO: baritono
SEMPLICIO: baritono
FILENIO e TIBALDO: danzatori
VIOLANTE: soprano
LAURETTA: soprano
ORETTA: mezzosoprano
SATURNINA E PAMPINEA: danzatrici
DUE GARZONI
DUE FANTI

Atto primo - Un teatrino in un parco. Dioneo confessa il suo amore a Violante che ricambia tale sentimento. Gli innamorati vengono sorpresi da alcuni amici: l'Allegra Brigata.
Uno di essi, Beltramo, geloso di Dioneo che lo ha sostituito nel cuore di Violante, vorrebbe lanciarsi contro di lui, ma è trattenuto da 'gli altri. Alcuni servi portano cibi e bevande per una colazione all'aperto.
Lauretta suggerisce che i componenti la brigata si intrattengano raccontando a turno una novella. L'idea viene accolta con favore e Violante comincia con la storia della bella Panfilia che, innamorata di un valente giovane e costretta dal padre a sposarne un altro, si è ammalata e si trova in punto di morte.

Sul palcoscenico del teatrino si vede Panfilia a letto vegliata dai familiari. Il suo giovane innamorato viene a darle l'estremo saluto e, quando la scorge morta, cade esanime vicino a lei. Il sipario del teatrino si chiude fra la commozione di tutti.

Atto secondo - Sempre in un parco. Lauretta intrattiene gli amici con una canzone; Beltramo, agitato, guarda Violante con aria di rimprovero, ostentando disinteresse per quanto avviene intorno a lui. Quindi Oretta racconta la seconda novella: un giovane pittore, ospite di un convento, riceve nella sua cella una donna.
Si allontana per un momento e porta via la candela. Il suono dell'organo spaventa la donna che, brancolando nel buio, cerca di uscire. Urta in uno scaffale e si versa addosso colori e vernici. Il giovane ritorna e, non riconoscendo la sua amica, tutta imbrattata, crede di vedere il diavolo e grida aiuto.
Accorrono i frati con lanterne; la donna scappa dalla finestra, il giovane sviene dallo spavento. Rinchiusosi il siparietto, riprendono le danze. E' ora il turno di Dionco: egli racconta di un gentiluomo spagnolo, Alfonso da Toledo che, trovandosi ad Avignone, vede alla finestra una bellissima giovane, Laura, se ne innamora e ne ottiene un appuntamento per mille fiorini. Rimane così senza denari e si mette a vendere i suoi abiti e le sue armi proprio sulla porta di casa di Laura. Ad un cavaliere che lo interroga incuriosito, racconta la sua disavventura.
Il cavaliere è il marito di Laura; ordina alla moglie di restituire i fiorini, poi entra in casa e la uccide. Dopo un breve intervallo il sipario si riapre per la novella di Simplicio. Ferrantino degli Argenti da Spoleto, sorpreso da un temporale, cerca rifugio in casa del canonico Francesco da Todi.
Entra in cucina dove la giovane servetta Caterina sta preparando la cena. Francesco ritorna e vuol cacciare l'intruso che non intende andarsene e si difende con la spada. Francesco esce per accusare l'impertinente alla Signoria; Ferrantino sbarra la porta dietro di lui e quando alcuni invitati bussano, grida che hanno sbagliato casa. Si fa servire da mangiare, poi abbraccia Caterina e si ritira con lei nella stanza accanto mentre Messer Francesco chiama e batte furibondo alla porta. Durante questa rappresentazione, Beltramo si allontana, appartandosi annoiato dalla compagnia.

Atto terzo - Ancora nel parco. Beltramo rimprovera a Violante la sua crudeltà. Simplicio lo calma e prega Lauretta di narrare una novella allegra. Essa racconta di un gentiluomo guascone, marito di una bellissima gentildonna.
Egli ha un fratello pazzo che, di notte, va in giro sghignazzando e combattendo con la propria ombra. Un giovane, per potersi introdurre di notte in casa della gentildonna senza destare sospetti, si veste come il pazzo e va a trovarla in assenza del marito. In quel momento, però, entra il vero pazzo e, scambiando il giovane per la propria ombra, lo assale con la spada sguainata. Al rumore accorrono i servi che si spaventano trovando non un'ombra, ma una persona in carne ed ossa. Il pazzo scoppia in una risata ed il giovane riesce a fuggire.
Terminata la novella, di Lauretta, gli amici giuocano a. mosca cieca. Beltramo rifiuta di partecipare al giuoco e, dopo molte riluttanze, si decide a raccontare della bella Eleonora che prendeva in giro tutto e tutti. Un giorno Eleonora è sola in casa e cuce. Pompeo, un giovane innamorato di lei, viene a trovarla. Sentendo la voce del marito che ritorna, Eleonora fa nascondere Pompeo su una cassa sotto un mucchio di vestiti.
Il marito mostra alla moglie una nuova spada che ha comperato. Eleonora gli chiede di dargli una prova della bontà della spada tagliando con un sol colpo le vesti sulla cassa. Il marito sta per farlo, ma Eleonora lo ferma in tempo e lo conduce fuori; poi fa uscire il povero Pompeo più morto che vivo dallo spavento. Per vendicarsi di Eleonora, Pompeo fa spargere la voce di essere in fin di vita.

La scena sul teatrino cambia: Pompeo è a letto in una camera semi buia.
La sorella di Pompeo, Barbara, entra conducendo Eleonora e la lascia sola con il presunto moribondo. Pompeo si alza, abbraccia Eleonora che cerca di difendersi, la costringe a sedersi sul letto e le toglie il mantello sotto al quale essa è molto succintamente vestita.
Poi chiama Barbara che introduce alcuni gentiluomini ai quali Pompeo dice di aver riacquistato la salute dopo aver preso un'ottima medicina: e mostra loro Eleonora sul letto che nasconde la faccia fra i cuscini.
Il marito di Eleonora giunge minaccioso e, mentre Eleonora sviene, trafigge Pompeo. Calato il sipario, Dioneo impreca contro il marito crudele: Beltramo gli si lancia contro e lo colpisce come è stato colpito Pompeo. Lo sgomento è generale.