Opera Lirica
 
 
 
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Dizionario dell'Opera - ED. Baldini & Castoldi
   AGNES VON HOHENSTAUFEN
  di Spontini Gaspare  su libretto di Ernst Raupach
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Personaggi

l’imperatore Heinrich VI (Bar)
Agnes, cugina dell’imperatore (S)
Irmengard, madre di Agnes (S)
Philipp, fratello dell’imperatore (T)
Heinrich der Löwe [il Leone]acerrimo avversario dell’imperatore (B)
Heinrich, detto ‘Palatinus’, figlio di Heinrich der Löwe (T)
Theobald, servitore di Heinrich (T)
Filippo Augusto, re di Francia, sotto le finte spoglie del duca di Borgogna, ambasciatore di Francia (Bar)
l’arcivescovo (B)il burgravio (B)
Dame, principi, cavalieri, araldi, guardie, soldati, trovatori, popolo

Sembra che Spontini rispondesse al compositore Kazynski – che l’interrogava quindici anni dopo la prima versione dell’ Agnes – di aver sviluppato «il mio pensiero, pensiero grandioso, per un’opera maestosa, grande, di vaste dimensioni, opera che sempre sognavo».
Questa partitura prediletta, sua ultima fatica, è un lavoro problematico, di cui già l’autore profetizzò le difficoltà di esecuzione e pubblicazione. La stesura delle sue 1045 pagine occupò Spontini molto a lungo, tanto che la ‘prima’, prevista per il 28 maggio 1827, dovette essere posticipata di ben due anni; nel 1837 il compositore presentò una versione largamente riveduta (introducendo ad esempio il personaggio di Heinrich der Löwe).

Atto primo
Quadro primo - Con una cerimonia a Magonza, l’imperatore Heinrich VI e i suoi principi si preparano a piegare la resistenza dei guelfi, guidati da Heinrich ‘il Leone’, e a condurre un esercito in Sicilia. Irmengard chiede invano che il fidanzamento di sua figlia Agnes con Heinrich, figlio del Leone, rimanga valido nonostante la guerra tra le due famiglie.
Sopraggiunge l’ambasciatore del re di Francia, alleato dell’imperatore. Anch’egli rivolge una supplica a quest’ultimo perché il valoroso Heinrich, già condannato all’esilio e ora ferito e prigioniero dei francesi, possa ritornare in patria; anche questa preghiera rimane inascoltata. Sulla scena resta solo Philipp, fratello dell’imperatore, raggiunto da un trovatore che intona un lamento d’amore: è Heinrich, che Philipp accoglie con commiserazione, avvertendolo che l’ambasciatore francese è venuto a chiedere la mano di Agnes per il proprio re.
La ragazza sopraggiunge alla partenza dei due compagni d’armi: la sua tristezza viene consolata dalla madre, e quindi dal ritorno di Heinrich e Philipp, finché sui quattro non si abbatte la notizia dell’approssimarsi minaccioso del Leone con il suo esercito. Quadro secondo . Alla festa notturna dei principi, rallegrata da cori e danze, partecipa anche Heinrich in incognito.
Fra la sorpresa generale l’imperatore annuncia il fidanzamento di Agnes con il re di Francia. Durante le danze l’ambasciatore mostra un interesse poco formale nei confronti di Agnes, suscitando la gelosia di Heinrich, che lo affronta insultandolo.
I cavalieri francesi si schierano a difesa del loro duca, mentre l’imperatore strappa la maschera dal volto di Heinrich, che viene trovato in possesso di una lettera compromettente del padre, prova del suo tradimento verso l’imperatore. Nonostante le proteste, quest’ultimo condanna Heinrich a morte e Agnes alla monacazione forzata. La decisione arbitraria muove però a sdegno i principi tedeschi, che temono l’estendersi dell’autoritarismo imperiale.

Atto secondo
Quadro primo - Heinrich è in prigione insieme al servitore Theobald, che fugge – gettandosi da una finestra nel Reno sottostante – all’arrivo del burgravio.
Questi offre a Heinrich il perdono imperiale, a prezzo della rinuncia ad Agnes e dell’esilio. L’indignazione con cui il giovane reagisce non può che costargli la morte, quando irrompono nelle carceri i principi ribelli. Mentre, nella confusione, il burgravio è già riuscito a portare con sé Heinrich attraverso un passaggio segreto, giungono l’imperatore e Philipp.
Il furore del primo per la rivolta dei principi viene esasperato dall’arrivo dell’ambasciatore, che ha appena catturato personalmente Heinrich per vendicarsi in singolar tenzone dell’offesa subita. Il duello viene fissato per l’indomani, ma l’imperatore ordina di nascosto al burgravio di lasciar fuggire il prigioniero e quindi di ucciderlo. La rabbia dei principi aumenta intanto incontenibile. Quadro secondo . Agnes attende la consacrazione per mano dell’arcivescovo nella chiesa del convento, mentre fuori scena si ode un coro di suore.
Dapprima Irmengard, quindi Heinrich stesso, fuggito, compaiono in chiesa e, con la complicità dell’arcivescovo, i due giovani si uniscono in matrimonio. Infuria frattanto una tempesta: giunge dapprima Philipp, quindi una folla di popolo e infine, scortato dai suoi cavalieri, l’ambasciatore, furibondo per la presenza di Heinrich. La situazione sta per precipitare verso lo scontro aperto, quando l’arcivescovo minaccia l’ira divina nei confronti di un sacrilego combattimento in chiesa: quando il prelato si frappone tra i contendenti innalzando un’imponente croce, tutte le spade vengono abbassate in un’atmosfera di religioso timore.

Atto terzo
Quadro primo - Nel chiostro del convento Agnes viene esaltata da cavalieri e trovatori come futura sposa del re di Francia. Grazie all’intervento di Irmengard, la ragazza viene lasciata sola e può ricevere Heinrich che le propone la fuga: ha infatti deciso di allearsi con l’esercito del padre.
Quadro secondo - Alla festa dei cavalieri, nella piazza di Magonza, manca solo Agnes. Dopo la danza e la giostra arriva il momento del duello; inaspettatamente Philipp si propone come campione di Heinrich. Prima che il combattimento inizi vengono portati davanti all’imperatore i due giovani amanti, scoperti mentre tentavano di fuggire. Heinrich decide di difendere da sé il proprio onore e sconfigge l’ambasciatore, ferendolo mortalmente. Tra lo stupore generale, si scopre trattarsi del re di Francia in persona, venuto per conoscere la futura sposa; Heinrich ha dunque ucciso chi gli aveva un tempo salvato la vita.
Quando poi Irmengard rivela l’avvenuto matrimonio, la furia dell’imperatore scatena lo sdegno dei principi. Le spade vengono sguainate ma, nuovo colpo di scena, Heinrich si pone a difesa dell’autorità imperiale. A quel punto un cavaliere mascherato si alza la visiera, rivelandosi per Heinrich il Leone e annunciando che il suo esercito è già entrato in Magonza. Davanti alla disperazione dell’imperatore anche il Leone fa atto di sottomissione, mentre il re di Francia morente offre il suo perdono a Heinrich. Alla fine anche l’imperatore perdona la giovane coppia e invita i principi a farsi valere nelle guerre d’Italia.

La singolarità del lavoro sta nell’intenzione, esplicitata sin dalla denominazione di ‘Grosse historisch-romantische Oper’, di integrare la grandiosità dell’opera francese (di cui Spontini era stato a Parigi uno dei massimi alfieri con la Vestale e Fernand Cortez ) nel nuovo modello dell’opera romantica tedesca ( Der Freischütz di Weber era apparso otto anni prima dell’ Agnes ).
L’intento monumentale viene perseguito attraverso il predominio di strutture formali complesse, che sfruttano una massa sonora grandiosa per imponenza dei cori, scrittura orchestrale e numero di personaggi in scena (quasi tutti nobili di alto lignaggio). L’orchestra, potenziata dall’intervento di un piccolo ensemble sul palcoscenico, viene ampliata notevolmente nella sezione dei fiati, portati a ben sedici tipi di strumenti, e presenti talvolta in numero impressionante (nel secondo quadro del secondo atto suonano contemporaneamente 8 trombe e 20 corni).
La materia cavalleresca e il colore storico della vicenda vennero confezionati da Raupach (autore di una tragedia in prosa, Heinrich VI , sullo stesso soggetto) in un libretto in lingua tedesca strabordante di colpi di scena, al di là di ogni verosimiglianza; ne deriva una vicenda di difficile comprensione, in cui la musica di Spontini emerge solo a tratti nella sua qualità. È il caso della delicata romanza di Agnes “Als der Zephir flog vorüber” (I, quadro primo), dei cori, quasi sempre ricchi di energia e vigore, dei diversi interventi di Heinrich, improntati a una calda vocalità ormai romantica, del terzetto “Ja statt meines Kerkers Grauen” (II, quadro secondo) dal sofisticato, intenso lirismo, e soprattutto dello straordinario finale del secondo atto, che Spitta esaltava come senza pari: la concatenazione dei diversi episodi (la tempesta, i successivi interventi dei personaggi con il loro seguito, il coro delle suore accompagnato da un’orchestra di fiati a imitazione dell’organo, la preghiera intima e sofferta di Agnes, il suo duetto con l’arcivescovo, di atmosfera religiosa autentica, il grandioso concertato, l’ammonimento «con voce terribile» dell’arcivescovo e il suo esito pacificatore) vengono condotti con sicurezza di scrittura drammatico-sinfonica, avvertibile chiaramente nello stemperarsi stupefatto di tanta furia nell’intenso lirismo della preghiera di Agnes. La fortuna dell’opera nel Novecento data da una rappresentazione a Firenze nel 1954, sotto la direzione di Vittorio Gui, con Franco Corelli nel cast . Nel 1970 l’opera venne trasmessa dalla Rai, diretta da Riccardo Muti; Agnes era interpretata da Montserrat Caballé.
 
   
       
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