Opera Lirica
 
 
 
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Dizionario dell'Opera - ED. Baldini & Castoldi
   JULIE
  di Spontini Gaspare su libretto di Antoine-Gabriel Jars
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Personaggi

Julie (S); Mondor, suo zio (B); Verseuil, amico di Mondor (B); Valcour, giovane ufficiale, cugino di Verseuil e innamorato di Julie (T); Champagne, servitore di Mondor (rec); un lacchè (m)

Dopo il successo del Milton , a Spontini venne offerto un libretto già intonato, in modo ritenuto insoddisfacente, da Étienne Fay.
La debole farsa non conobbe il destino felice di Milton , né del titolo successivo ( La vestale ); venne però rappresentata a Vienna nella traduzione tedesca di Georg Friedrich Treitschke, mentre Spontini stesso rielaborò la partitura per l’esecuzione di Magdeburgo, vent’anni più tardi, alla presenza del re Federico Guglielmo III (Nationaltheater, 26 giugno 1825). Nel nostro secolo l’opera è stata ripresa in traduzione italiana (Siena 1968).

Mondor sta cercando di convincere la nipote Julie a sposare l’amico Verseuil. La ragazza accetta, benché in cuor suo ami corrisposta il giovane ufficiale Valcour; credendo che quest’ultimo stia per partire per la guerra, cerca di farsi notare sporgendosi dalla finestra: così facendo lo colpisce con un vaso di fiori che cade in strada. Salito in casa per chiarire la dinamica dell’incidente, Valcour apprende, furibondo, dei progetti nuziali di Julie. La vicenda si dipana tra gli equivoci – Valcour scambia Verseuil per Mondor – mentre Julie confessa candidamente al promesso sposo di non amarlo; Valcour incontra Mondor, che crede il suo rivale, ma la situazione viene salvata dal magnanimo intervento di Verseuil, che accetta di rinunciare alla futura sposa e convince Mondor ad accordare il suo consenso.

Questa comédie en prose mêlée de chants , in cui le parti recitate si alternano ad alcuni numeri musicali, presenta una situazione assai poco realistica, sia per la psicologia della protagonista sia per l’imprevisto esito della vicenda. Spontini riesce tuttavia a donare un’innegabile grazia ad alcuni brani solistici: ricordiamo il couplet di Verseuil “Il a donc fallu la gloire”, l’aria di Mondor “Dans le monde envain on prétend”, la romanza di Julie “Envain je cherche à mon distraire”; particolarmente riuscito è pure il quartetto “Mon cher cousin”, un concertato che ha i suoi modelli nell’opera buffa italiana, genere che il compositore aveva già dimostrato di saper ben padroneggiare nella sua opera precedente. La rielaborazione del 1825 consistette nell’eliminazione o nella sostituzione di alcuni numeri, ad esempio la romanza di Julie, che venne composta ex novo .
 
   
       
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