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  Rossini Gioachino
   
  1792 - 1868
   
   
Nacque nel 1792 a Pesaro .
Suo padre, Giuseppe Rossini era un buon suonatore di corno ed era chiamato il Vivezza per il suo carattere estremamente gioviale. Quando Gioacchino aveva 5 anni, il padre subì una difficile crisi economica in quanto , pur lavorando per il governo, si dichiarava un “ardente repubblicano filo francese). La madre non aveva un’istruzione musicale, però aveva fatto la cantante in molti teatri e poi era passata all’organizzazione di spettacoli teatrali.
Il piccolo Gioacchino fu quindi sempre a contatto con la musica e mosse i suoi primi passi proprio nei teatri lirici. I suoi veri studi musicali li compì a Bologna, a Lugo, ma il suo vero maestro fu Padre Angelo Tesei , allievo di Padre Mattei di cui Gioacchino divenne discepolo un po’ di mesi dopo, quando si iscrisse al Liceo Musicale Bolognese, dove seguì la scuola di contrappunto, di violoncello e di pianoforte.
Gioacchino inizio’ la sua carriera come cantante e fu iscritto come tale all’Accademia Filarmonica Bolognese. Nonostante questo esordio, si segnalò prestissimo come compositore e gia’ nel marzo del 1810 ando’ in scena a Venezia la sua prima opera dal titolo “La Cambiale di matrimonio” , con un buon successo.
Dal 1810 al 1815 produsse a velocità vertiginosa ben 16 opere tra buffe e serie e questo gli rese la fama di maggior operista italiano.
Nell’anno 1816 produsse in soli 15 giorni, per il Teatro Argentina di Roma, “Il Barbiere di Siviglia” che ebbe accoglienze trionfali nonostante una “prima” considerata molto sfortunata.
Subito dopo firmò un contratto molto vantaggioso con Domenico Barbaja, impresario del San Carlo di Napoli e lavorò per lui fino al 1822 , onorando però altri contratti con i teatri di Roma e di Milano.
Insieme al Barbaja andò a Vienna dove le sue opere eseguite nel Teatro di Porta Corinzia – affittato dal Barbaja – ebbero un incredibile successo anche per le esecuzioni ritenute pressoché perfette.
A Vienna ebbe anche l’occasione di conoscere Beethoven che mostrò moltissima simpatia per il compositore italiano Al rientro in Italia fu invitato dal Metternich come musicista ufficiale al Congresso di Verona (1822) e, proprio per questa occasione compose alcune cantate. Nel frattempo aveva sposato il celebre soprano Isabella Colbran e nel 1823 si reco’ con lei a Londra e insieme diedero una serie di concerti anche per la famiglia reale , mentre Rossigni dava lezioni peraltro anche molto ben remunerate.
Nel 1824 fu chiamato a Parigi a ricoprire la carica di Sovrintendente del Theatre des Italiens , di cui era allora direttore Fernando Paer che si dimostro’ subito molto ostile nei suoi confronti.
Il successo di Parigi fu sancito nel 1829 con il dramma “Il Guglielmo Tell” Eseguito all’Opera, dramma che andò in scena solo dopo grandi contrasti sedati personalmente dal Re di Francia Carlo X.
Il Guglielmo Tell ebbe riconoscimenti da tuti i grandi del tempo, Verdi, Bellini, Donizetti, Mendelsshon e persino Wagner.

Poco tempo dopo la sua salute cominciava a dar problemi e decise di rientrare in Italia a curare l’allestimenti di alcune opere al Teatro Comunale di Bologna.
Cominciarono per Trossini anche una serie di guai di carattere economico con il Re Luigi Filippo che – una volta succeduto a Carlo X – non intendeva mantenere fede al contratto che il predecessore aveva stipulato con Rossini . Ci fu una causa che duro’ circa 6 anni che si concluse con il riconoscimento dei diritti del compositore che, in tutto il processo fu seguito dal banchiere Aguado. Quest’ultimo lo prsento’ poi alla corte spagnola e a Don Manoel Varala che gli comissiono’ nel 1832 lo “Stabat Mater”.
Nello stesso anno conobbe Olimpia Pélissier una bellissima, alla quale si lego’.
Il matrimonio con lei avvenne solo dopo la morte della Colbran nel 1846. Con la Pélissier si stabilì a Milano e la sua casa divenne un luogo di incontro per moltissimi artisti tra cui anche Lizst. Rossini comincio’ a soffrire sempre piu’ spesso di crisi depressive ; nonostante questo accetto’ di dirigere nel 1840 il Liceo Musicale di Bologna , sempre dedicandosi alla composizione.
Nel 1848 fu accusato di simpatizzare per l’Austria e lascio’ Milano trasferendosi a Firenze fino al 1855 anno in cui per motivi di salute decise di ritornare a Parigi. Il clima e forse l’ambiente della capitale francese ebbero un buon impatto sul compositore che sembro’ riprendersi velocemente al punto che organizzo’ ancora molte serate musicali a cui presero parte i migliori musicisti e cantanti dell’epoca.
Compose ancora moltissimi brani cameristici, e sacri, tra i quali spicca sicuramente la Petite Messe solennelle. La salute precaria non gli dette tregua e il 13 novembre del 1868 spiro’ nella sua casa di Passy. Le sue spoglie furono portate nella chiesa di Santa Croce in Firenze nel 1887.
Gioacchino Rossini si definiva “l’ultimo dei Classici” . Egli era stato applaudito soprattutto per la sua vena buffa e il genere brillante, tuttavia le sue opere erano caratterizzate da una grande melodia e da un ritmo scorrevole che riusciva a dare al canto mordente e consistenza . Egli cambio’ il modo di cantare reagendo ai loro virtuosismi.
Rossini fu il primo ad introdurre e a modificare sensibilmente l’importanza dell’orchestra che passo’ dall’essere quasi insignificante ad essere quasi la protagonista vigorosa, esplosiva e brillante. Egli introdusse la famose “ouvertures” che erano delle vere e proprie introduzioni all’ascolto.
Con Rossini gli strumenti musicali furono sfruttati in tutta la loro gamma di potenzialità e lo stesso accadde con il canto. Per lui “le parole dovevano servire la musica” e non il contrario.
Rossini mostro’ la sua genialità anche nell’opera seria e il successo del pubblico lo ottenne proprio con il “Tancredi” nel 1813 in cui introdusse la spigliatezza orchestrale sperimentata nell’opea buffa. Fu u vero trionfo di pubblico. Dello stesso anno è “L’Italiana in Algeri” un vero e proprio capolavoro comico sullo stile della vecchia opera napoletana.
Nel “ Barbiere di Siviglia” vi è poi il trionfo della sua fantasia . Rossini compi’ passi rapidissimi verso una definizione dell’opera in musica secondo un concetto molto piu’ profondo ed evoluto rispetto a quelli esistenti. Quello che meraviglia molto in Rossini è la grande capacità di trasformazione in pochissimo tempo e la grande produzione che caratterizzo’ i primi 20 anni della sua carriere; altrettanto singolare è il silenzio degli ultimi 40 anni che venne interpretato dagli ambienti musicali quasi un distacco caustico dovuto al suo carattere enigmatico e alla sua proverbiale pigrizia .
Quella che nei primi anni appariva una tipologia gioviale divenne invece una tipologia depressa . Lui conitnuo’ a scrivere, ma rifiuto’ il contatto con il grande pubblico: entrava spesso in una sorta di chiusura nella quale entravano solo pochi intimi amici.
Anche nelle sue opere sacre oggi viene riconosciuta ed apprezzata la sua raffinatezza, l’arguzia e un intellettualismo lirico e autocritico ; nelle sue composizioni per pianoforte si scopre una profonda sensualità. Oggi si riconosce che Rossini possedeva all’epoca una sconcertante modernità.
Celebri composizioni del Maestro: La Gazza Ladra – Semiramide – La Scala di Seta – La donna del Lago – Armida – Il Conte Ory – Mose’ – L’assedio di Corinto – Le nozze di Teti e di Peleo – 12 valzer per due flauti – inni – raccolte per pianoforte – marce – sinfonie per orchestra . miscellanee per voci e strumenti
. Dal 1940 è attiva a Pesaro la Fondazione Rossini che amministra il patrimonio lasciato dal grande Maestro.
 
       
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