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La Musica Classica “esce” dall'Auditorium
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inserito martedì 26 giugno 2007 |
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Fino ad oggi la musica classica è stata considerata, ed effettivamente è, tra i diversi generi musicali la regina, quindi, si è sempre trovato appropriato che si suonasse in ambienti degni, ovvero auditorium e teatri, invece oggi qualcosa è cambiato ed ecco che la troviamo in discoteca e, addirittura, in spiaggia! Il due giugno scorso la musica di Joan Sebastian Bach è risuonata nell'inusuale ambiente di una delle più note discoteche di Firenze il ‘Central Park - Beach Garden’, con l'obiettivo di creare un punto di riferimento culturale per la città che riesca ad intercettare un pubblico più ampio. Il 31 maggio scorso in Abruzzo si è svolta l'iniziativa 'Classica Junior on the beach', versione estiva della rassegna dei giovani talenti del Conservatorio, l'obiettivo di questo trasferimento in riva al mare è quello di dare a giovani e giovanissimi allievi del conservatorio la possibilità' di mettersi alla prova davanti ad una platea di appassionati e non. Queste iniziative nascono a causa dell'allontanamento dei giovani dalla musica classica un genere genere che purtroppo, è considerato da molti giovani, troppo pesante e “fuori moda”. Sicuramente queste iniziative verranno contestate da chi ha l'anima tradizionalista e approvate da chi, invece, vorrebbe riuscire a far apprezzare questo genere musicale da molti più giovani. In poche parole come si suol dire se “Maometto non va alla montagna...” |
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Una legge per le scuole di musica Italiane
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inserito giovedì 17 maggio 2007 |
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O il Conservatorio oppure una giungla d'iniziative di cui è persino difficile tracciare la mappa: più di 850 organizzazioni private o gestite da enti locali che preparano un vero e proprio esercito di musicisti in erba. Per chi vuole studiare musica senza necessariamente ambire ad esercitarla come professione non esistono in Italia grandi alternative. Ai 67 istituti superiori, fra Conservatorii e Istituti pareggiati, non si affiancano nel nostro paese scuole di musica riconosciute, come invece accade un po' in tutt'Europa, dalla Scandinavia alla Penisola Iberica. L'anomalia è fra le cause della crisi della nostra didattica musicale: da noi le strutture che si occupano d'istruzione superiore non sono precedute da scuole dal curriculum unico e certificato, distribuite razionalmente sul territorio.
La lacuna potrebbe colmarsi grazie a un disegno di legge presentato nel maggio 2006 col sostegno di firmatari provenienti da tutti gli schieramenti politici. Si tratta del Ddl Senato n. 278, recante "Disposizioni per il riconoscimento delle scuole di formazione musicale, la loro valorizzazione e l'integrazione con il sistema scolastico"[**], d'iniziativa della senatrice Albertina Soliani.
Se ne è riparlato il 24 marzo a Sesto Fiorentino, presso il Polo scientifico dell'Università di Firenze, nel corso del convegno "Una legge per le scuole di musica". Paolo Ponzecchi, direttore della Scuola comunale di Prato e presidente dell'AIdSM, l'associazione di categoria, faceva gli onori di casa assieme al sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi; il Ministero della Pubblica Istruzione, la Regione Toscana e la Provincia di Firenze hanno garantito il loro patrocinio.
Numerosissimi gli interventi: la senatrice Soliani ha illustrato gli scopi, i principii e l'assetto generale della sua proposta legislativa; Ugo Caffaz, direttore delle Politiche formative, Beni e Attività culturali della Regione Toscana ha sottolineato l'esigenza di aggiornare la legislazione regionale in materia d'istruzione musicale e spettacolo; Paolo Ponzecchi ha manifestato soddisfazione per le tappe fin qui percorse ma anche evidenziato l'estrema scarsità delle risorse a disposizione dell'istruzione musicale; Mirco Besutti ha illustrato un eccellente lavoro di ricerca statistica sulle scuole dell'Emilia Romagna, federate nell'associazione Assonanza. Mario Sperenzi, presidente del Centro di Ricerca e di Sperimentazione per la Didattica Musicale di Fiesole, ha criticato duramente alcuni punti del disegno di legge, soprattutto l'esiguità dei finanziamenti e la formazione del comitato scientifico, a suo dire molto politicizzato ma non altrettanto denso di competenze specifiche. Molti relatori hanno infine convenuto sulla necessità di "intraprendere tutte le iniziative volte alla rapida calendarizzazione del Ddl presso la VII Commissione del Senato" (dal documento votato all'unanimità) e di "costituire una conferenza permanente a cui saranno invitati i delegati delle scuole associate ad AIdSM, i rappresentanti dei Conservatorii e delle Istituzioni al fine di un confronto per individuare modelli di gestione delle scuole di musica, criteri per la definizione degli standard minimi di qualità, rapporti di lavoro del personale docente".
Il dibattito ha messo in evidenza le disfunzioni del panorama italiano e la sua arretratezza rispetto al contesto europeo. Insegnanti di scuole di musica d'ogni dimensione e livello lavorano a migliaia con contratti precari come il co.co.pro. e (vera bomba sociale ad orologeria) senza la possibilità di sperare in una pensione; i Conservatorii, equiparati alle Università con la legge 508 del 2001, non sono collegati ad un sistema di rete che si occupi della formazione inferiore; il solo Land tedesco della Renania-Westfalia stanzia 25 milioni di euro per un progetto speciale destinato alle scuole musicali, mentre la legge Soliani ne prevede 2,5 in tre anni per tutto il territorio nazionale.
La senatrice Vittoria Franco, presidente della VII Commissione (Istruzione pubblica e Beni culturali), ha tenuto la relazione conclusiva. L'attenzione che l'Europa presta alla paradossale situazione della didattica musicale italiana è dimostrata dagli auguri e dai commenti inviati in occasione del convegno da parte dei responsabili di prestigiosi istituti attivi in paesi che godono di ben altre tradizioni in materia, quali la Finlandia, la Danimarca e l'Ungheria; nonché da Wouter Turkenburg, presidente dell'European Music Council. Messaggi d'incoraggiamento sono inoltre pervenuti dai maestri Bruno Bartoletti e Alexander Lonquich. |
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Giovanni Allevi: Mozart del 2000?
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inserito giovedì 26 ottobre 2006 |
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Tutti ne parlano, tutti lo ascoltano, nessuno sa dire di genere musicale si occupi. Eppure Allevi fa grandi numeri, ed è bravo a proporsi: lo s’intende nelle presentazioni dei suoi cd ( l’ultima pochi giorni fa’ all’Auditorium di Roma nella sala Santa Cecilia) c’è sempre il tutto esaurito. E’ bravo nelle interviste che rilascia, nelle quali lascia emergere la figura di un musicista al quanto “romanzata”, un artista che vive in un alloggio così piccolo da trovarsi costretto a studiare musica mentalmente e riesce a sviluppare questa dote fino a non suonare, fisicamente, il pianoforte se non durante la registrazione.
Noi ne abbiamo parlato come tutti visto che è uscito un nuovo album di Allevi, ovvero di uno studioso di musica, con riconoscimenti ufficiali dal conservatorio e ci siamo detti: “Sarà interessante, sappiamo che per rivoluzionare le regole devi prime averle imparate, quindi, lui lo può fare e poi è il Mozart del 2000…” Vogliamo solo esprimere un parere personale: ma se Allevi è considerato un Mozart allora il Sig.re Piazzola chi dovrebbe essere? Chi apprezza Joy o gli altri album è un amante della musica POP, ma molti musicisti iniziano a spazientirsi quando sentono parlare di Allevi accostandolo al Jazz e alla musica colta.
Nel mondo ci sono centinaia di Bach che, purtroppo non avranno mai la fortuna di incontrare un Mendelsshon (Bach muore il 28 luglio 1750, mentre la sua musica viene riscoperta solo nel 1829 grazie ad un'esecuzione di Mendelsshon della "Passione secondo Matteo") e vivranno per sempre nell’ombra e, allora, guardando gli spartiti di Allevi che non ci offrono nulla di nuovo ci chiediamo: non è che abbia incontrato un Mendelsshon del 2000, simil bravo agente molto commerciale? Come abbiamo detto all’inizio è bravo ma per favore Mozart lasciamolo in pace!
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Dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei!
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inserito martedì 26 settembre 2006 |
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Lo psicologo Adrian North dell'Università di Leicester ha detto che i risultati mostrano che conoscendo semplicemente la musica che ascoltano, è possibile trovare indizi che permettano di risalire alle abitudini e preferenze delle persone. Lo dice uno studio pubblicato alcuni giorni fa', che ha esaminato i gusti e le abitudini di 2.500 britannici per scoprire la relazione esistente fra il loro genere musicale preferito e i loro stili di vita e interessi.
Fino a qui un normale sondaggio, ma lo studioso afferma “abbiamo eliminato i luoghi comuni legati al gusto musicale”… Questo è poco ma sicuro ..Solo che lo studio rileva dei dati particolari!
I fan di Rap e Hip Hop sono antiambietalisti e consumisti; i patiti di musica classica sono molto indisciplinati alla guida (questa, effettivamente è una teoria che si fonda su un dato scientifico). Chi ama Mozart e Rachmaninov non disdegna gli stupefacenti (!); chi ama il rock legge i quotidiani; i patiti di Jazz sono i buongustai; chi ama l’opera è poco incline al sapone, i più pigri sono quelli che amano la Dance..Ma come!! La parola Dance cosa ricorda ..il divano?!?
E l’indagine continua la comparazione fra i gusti musicali – carattere delle persone e promettono di più, un’altra ricerca che ci permetterà di ottenere ancora più connessioni tra la musica che ci aggrada al nostro stile di vita.
Ma noi ci si chiede, sempre con il rispetto per codesti studiosi..E allora? Siamo in un epoca molto difficile per la musica. La musica sta uscendo dalle scuole, sta perdendo il suo ruolo tra l’educazione dei ragazzi. La musica si sta perdendo! Diventa ogni giorno più difficile ascoltare buona musica (senza riferirsi solo a quella classica), perché ormai siamo in balia del commerciale, tutto quello che fa/è Commercio va bene e allora, chiamiamo musica anche dei suoni buttati li, senza senso, senza armonia.
E se l’arte diventa commercio, nella nostra storia qualcosa, da qualche parte, non ha funzionato!
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UTO UGHI - Un Idea per salvare la Musica
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inserito martedì 12 settembre 2006 |
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Il potere del gratuito contro la fuga dalla musica classica. Ci riprova Uto Ughi, che per l'ottavo anno tra «Omaggio a Roma» e «Uto Ughi per Roma» porta nella capitale e in provincia la classica senza il prezzo del biglietto.
Uno sforzo divulgativo tendente al vano se è vero che la fuga dalle sette note (note e non campionature) sta diventando irreversibile. Le grandi multinalizinali hanno, infatti, da tempo decretato la lenta morte del supporto audio (cd, dvd audio) in favore delle cosiddette autostrade telematiche (internet, IPod, Mp3). Una manna per le orecchie foderate.
La capitale, con i suoi mille festival e auditori, diventa ufficialmente la trincea dei difensori del suono e dunque dei concerti di musica classica, il pane per crescere musicalmente educati. Il festival parte il 20 settembre e si chiude il 9 ottobre (biglietti da ritirare fino ad esaurimento posti da Messaggerie Musicali in via del Corso dalle 15 alle 18). Dieci concerti gratuiti, a partire dalla serata inaugurale all'auditorium Conciliazione (che per l'occasione si presenta restaurato) durante la quale Ughi rivestirà il doppio ruolo di solista e direttore dell'Orchestra «I Filarmonici di Roma». In programma musiche di Mozart e Paganini. Tra gli altri appuntamenti da segnalare la lezione concerto per gli studenti delle scuole medie superiori (27 settembre a Santa Sabina all'Aventino) e la consegna del premio alla carriera a Giorgio Albertazzi (il 9 ottobre al Teatro dell'Opera).
«Quest'appuntamento è qualcosa di più - dichiara Ughi - basta con i nomi altisonanti, per questi c'è Santa Cecilia, vogliamo attirare i giovani alla fruizione della musica classica». Una «provocazione culturale», come la chiama Ughi, davvero ardita. «È una battaglia contro il sistema dello spettacolo - continua - in particolare contro i palinsesti tv che ignorano sistematicamente la musica in prima serata». Una battaglia, questa, sposata dagli assessori provinciale Vita e comunale Borgna presenti alla conferenza stampa. Anche se il realista Borgna ha etichettato, lui che la musica la ama e la conosce come pochi, la missione come «impossibile». Del resto basta vedere quante persone nel corso di una giornata entrano in un negozio di dischi per acquistare classica. Forse Ughi dimentica che la musica in prima serata ci sarebbe pure: il Festivalbar, le Napoli ieri, oggi e domani. E poi le Music farm con le vecchie glorie in disuso. Tutte trasmissioni da share ridicolo. Ora le cose sono due: o si spernacchia il musicofilo esigente o si litiga con chi i soldi li caccia. Comanda la pubblicità o no?
articolo di Jacopo Granzotto fonte: http://www.ilgiornale.it
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Concerti on-line!
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inserito martedì 25 luglio 2006 |
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Ancona, grazie alla Rassegna musicale “Festival Cantar lontano” è entrata nella storia del Web per aver realizzato il primo concerto di musica classica in diretta streaming mondiale tramite la rete.
Gli esperti in informatica che hanno collaborato alla realizzazione della kermesse hanno infatti reso avverabile la trasmissione del concerto che si è svolto sabato 24 giugno alle ore 21 nella chiesa di San Domenico.
Per ascoltare ed essere presenti virtualmente al concerto diretto dal maestro Marco Mencoboni, bastava collegarsi alla pagina trailtramontoelalba.info dopo di che si ascoltava direttamente dalla poltrona di casa, a partire dalle ore 20.45, le musiche di Diego Ortiz.
Grazie alla collaborazione di dacapoalfine.it e con la tecnologia offerta per l’occasione da un importante sito americano i tecnici informatici del Festival, hanno, infatti, reso possibile la trasmissione del concerto.
Questa eccezionale proposta porta con sé molti quesiti, in un era non troppo felice della musica classica diviene una possibilità in più per conoscere un genere, a volte, non così amato come dovrebbe. Ma se il futuro è questo, cosa accadrà all’atmosfera che si respira ad un concerto di musica? I concerti classici tramite la rete che cambiamenti apporteranno? L’inizio dei concerti on-line è il futuro?
Aspettiamo le vostre considerazioni.
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Lettera di Maurizio Pollini al ministro Rutelli
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inserito domenica 16 luglio 2006 |
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La Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi diffonde in allegato la lettera del pianista Maurizio Pollini e del violinista Salvatore Accardo, indirizzata al Ministro per i Beni e le Attività Culturali Francesco Rutelli e al Sottosegretario Elena Montecchi, riguardante la situazione della cultura musicale italiana. Ci auguriamo che possa essere diffusa sulle pagine nazionali di tutte le testate, dando inizio a una proficua discussione sul tema della sempre più difficile situazione delle istituzioni musicali in Italia.
Roma 4 luglio 2006
Egregio Signor Ministro,
La ringraziamo vivamente per essere riuscito ad ottenere in una situazione economica tanto difficile per il nostro Paese ulteriori 50 milioni di euro: ciò rende ancora più rilevante il Suo successo e l’opera di sostegno svolta dal sottosegretario on. Montecchi.
Ci attendiamo adesso che l’attuale Governo ripristini per il 2007 i fondi che quello precedente ha irresponsabilmente deciso di sottrarre alle istituzioni musicali.
E’ noto che i fondi destinati allo sviluppo della cultura in Italia sono molto inferiori a quelli degli altri Paesi europei. Pertanto la sistematica riduzione degli investimenti in questo settore, che registriamo ormai da anni, rischia di creare un incolmabile divario tra il nostro e gli altri grandi Paesi d’Europa. Nel caso in cui non si decidesse subito una inversione di tendenza, l’Italia occuperebbe una posizione sempre più marginale. Questa è una eventualità che siamo certi porterà il Governo e il Parlamento ad una approfondita riflessione.
Abbiamo molto apprezzato la Sua decisione di destinare il finanziamento aggiuntivo prevalentemente a favore delle istituzioni musicali del titolo III, che non possono contare sulla tutela di un presidente sindaco della città e che, in caso di interruzione delle proprie stagioni, potrebbero non riuscire a riprendere la propria attività.
Siamo certi che Lei sia orgoglioso di investire nella tutela dell’identità culturale del nostro popolo. Ci fa piacere di riconoscere che il Governo Prodi dimostri di essere in grado di voler risanare la situazione economica del Paese, senza nascondersi che sussistono situazioni di emergenza nei confronti delle quali è indispensabile intervenire con rigore e tempestiva efficienza. Per quanto riguarda il Sud, in particolare, non crediamo esagerato affermare che il Governo ha evitato di trasformarlo in un vero deserto musicale.
La distribuzione capillare di istituzioni musicali su tutto il territorio nazionale è uno degli aspetti più peculiari e invidiati della organizzazione musicale italiana, che la rende esempio apprezzato nel panorama europeo. Si tratta di centinaia di iniziative dirette e sostenute spesso da privati cittadini che amano la musica e la loro città. Scomparse queste figure inusuali di mecenati (lo scorso anno hanno cessato ogni attività quasi cento associazioni) sarebbe stato difficile trovare in futuro altri volontari in grado di sostituirle.
In questo quadro possiamo portare l’esempio dell’Orchestra Verdi di Milano, una delle iniziative musicali più interessanti (210.000 spettatori, una produzione di più di 200 concerti, incassi rilevanti ecc), il cui salvataggio assumerebbe il significato di simbolo di come Lei e il sottosegretario on. Montecchi potreste riparare ai danni provocati dall’incapacità dei precedenti governi e della Regione Lombardia, trovando risposte adeguate alle attese dei cittadini.
I contributi pubblici sui quali questa Orchestra può contare sono di entità molto modesta, mentre le passività che si sono accumulate in dodici anni ammontano ormai ad una cifra che ne fa prevedere prossima la chiusura, mettendo a rischio una qualificante opportunità di lavoro per molti musicisti.
Questo è l’esempio più emblematico, ma tante altre benemerite istituzioni hanno subito in questi ultimi cinque anni riduzioni ingiustificate.
Tutto questo però non sarebbe sufficiente se Lei non procedesse con urgenza alla ristrutturazione della Commissione Musica, non solo in riferimento ai suoi componenti ma in particolare a come è stata a suo tempo concepita e fatta funzionare.
Appare, in questo quadro, di fondamentale importanza che il Ministero predisponga ad ogni esercizio una ampia documentazione delle attività realizzate e di quelle preventivate da ogni singola istituzione, in modo da rendere possibile alla Commissione Musica un esame approfondito. Inoltre i risultati dei lavori della Commissione Musica andrebbero diffusi attraverso internet, e questo non solo nei confronti del Fus, ma anche dei fondi Arcus.
Noi, da parte nostra, sia pur sicuro, che faremo la nostra parte per sostenere l’azione del Governo in questo senso.
Siamo grati, Signor Ministro, per l’attenzione che Lei e il sottosegretario Montecchi dedicherete a questa lettera e Le inviamo i nostri migliori saluti,
Maurizio Pollini Salvatore Accardo – socio Musicarticolo9 Mario Ancillotti – socio Musicarticolo9 Vittorio Antonellini – Presidente delle ICO Emanuele Arciuli Antonio Ballista Giorgio Battistelli Maria Grazia Bellocchio – socio Musicarticolo9 Aldo Bennici Giampaolo Bisanti Alberto Bocini – socio Musicarticolo9 Pietro Borgonovo Marcello Bufalini Sylvano Bussotti Davide Cabassi Bruno Canino Alessandro Carbonare – socio Musicarticolo9 Aldo Ceccato Umberto Ceriani - attore Roberto Cominati – socio Musicarticolo9 Francesco Maria Colombo Nicoletta Conti Filippo Crivelli SimonPietro Cussino – socio Musicarticolo9 Pietro De Maria – socio Musicarticolo9 Enrico Dindo - Presidente Musicarticolo9 Fabrizio Dorsi Francesco Fanna – socio Musicarticolo9 Gabriele Ferro Bruno Giuranna Laura Gorna – socio Musicarticolo9 Giuseppe Grazioli Carlo Guaitoli – socio Musicarticolo9 Adriano Guarnieri Filippo Juvarra Michele Lai - vicePresidente Musicarticolo9 Giulia Lazzarini - attrice Andrea Lucchesini – socio Musicarticolo9 Benedetto Lupo Alessandro Marangoni – socio Musicarticolo9 Giacomo Manzoni Gianandrea Noseda – socio Musicarticolo9 Simone Pedroni Franco Petracchi – socio Musicarticolo9 Daniela Petracchi – socio Musicarticolo9 Luisa Prayer Giampaolo Pretto – socio Musicarticolo9 Lamberto Puggelli - regista Massimo Quarta – socio Musicarticolo9 Stefano Ranzani – socio Musicarticolo9 Stefania Redaelli – socio Musicarticolo9 Marco Rizzi – socio Musicarticolo9 Danilo Rossi – socio Musicarticolo9 Salvatore Sciarrino Hansjorg Schellenberger Roberto Tarenzi – socio Musicarticolo9 Sonig Tchakerian – socio Musicarticolo9 Mauro Tortorelli – socio Musicarticolo9
Per adesione:
Francesco Agnello - Comitato Il Futuro senza Musica Carlo Maria Badini Gisella Belgeri - Comitato Il Futuro senza Musica Sergio Bini in arte Bustric Marina Carloni - Comitato Il Futuro senza Musica Luigi Corbani - Comitato Il Futuro senza Musica Lucio Fumo – Presidente dell’A.I.A.M. Mimma Guastoni Gianfranco Mariotti Damiano Michieletto Dario Oliveri Giorgio Pugliaro
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David Helfgott
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inserito martedì 27 giugno 2006 |
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Vi riportiamo un comunicato stampa che abbiamo ricevuto. Vi segnalo il concerto che David Helfgott (il pianista del film Shine - Premio Oscar 1996 - ricordate?) terrà a Pescia (Prov. Pistoia), Chiesa di San Francesco la sera di Mercoledi 28 Giugno p.v. David Helfgott, il leggendario pianista australiano venuto alla ribalta grazie al film “Shine” ispirato alla sua vita (Vincitore Premio Oscar 1996) terrà un concerto esclusivo presso la Chiesa di San Francesco in Pescia la sera del 28 giugno 2006. Si tratta dell’unica data italiana per il 2006 del pianista, che ha da poco concluso una trionfale tournee nei maggiori paesi europei, e si trova nell’amata Toscana per un periodo di vacanza. Proprio in questo contesto David, grazie all’amicizia che ci lega, ed in ricordo di un carissimo amico di infanzia recentemente scomparso, ha deciso di offrire un concerto il cui ricavato andrà a sostenere la ricerca contro il cancro.
Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere personalmente David alcuni anni fa, dopo un lungo contatto epistolare iniziato quasi per caso. Il contatto con David sorprende per la carica umana ed il profondo pathos che è in grado di trasmettere. Un eterno bambino con l’anelito di volare, la cui musica è in grado di alludere ad una profondità inarrivabile attraverso il linguaggio verbale.
Nato a Melbourne (Australia) nel 1947 da una famiglia ebrea di origini polacche, David iniziò a studiare pianoforte a 5 anni, inizialmente sotto la guida del padre. Proseguì poi i suoi studi con Madame Alice Carrard, allieva di Bartok. Una svolta decisiva della sua vita avvenne nel 1966 quando non ancora ventenne si recò a Londra per studiare al Royal College of Music sotto la guida del Prof. Cyril Smith, che lo definì uno degli allievi più dotati degli ultimi 25 anni: “… nelle opere romantiche e virtuose come quelle di Lizst e Rachmaninov, il suo talento arriva quasi alla genialità per temperamento e tecnica musicale …”. Durante il soggiorno al Royal College of Music David si aggiudicò numerosi premi fra cui il prestigioso Dannreuther Prize per la miglior esibizione grazie alla straordinaria interpretazione del Concerto per Piano n.3 di Rachmaninoff (Rach 3). Il viaggio di studi a Londra fu in realtà una fuga da un rapporto contrastato alla continua e vana ricerca di amore e comprensione da parte di un padre tirannico e violento. Questi gli aveva già negato con la forza di trasferirsi in America quando un grande artista internazionale, colpito dal suo enorme talento, gli aveva offerto una borsa di studio. Una fuga quindi; ma un animo sensibile in fuga è un animo sofferente: tali sofferenze e le ripetute violenze anche a distanza del padre provocarono un tracollo nervoso ed emotivo; durante una performance del 1970 David accusò un malore e per motivi di salute fu costretto a tornare in Australia, trascorrendo 10 anni della sua vita in cliniche psichiatriche, estraniato dal mondo e dagli affetti. L’incontro casuale ed il successivo matrimonio con l’astrologa Gillian, riportarono David dentro la stabilità e segnarono il suo trionfale ritorno sulle scene. Da allora il pianista australiano è divenuto una vera e propria leggenda vivente, portato alla ribalta mondiale grazie al film “SHINE”, commovente e toccante dramma autobiografico. Dalla metà degli anni ‘80 David ha ripreso l’attività concertistica con enormi successi in tutto il mondo; nell’ottobre 1996 ha tenuto 4 concerti alla Sydney Opera House registrando ogni volta il tutto esaurito, evento mai successo prima. L’anno successivo ha tenuto una tournee mondiale, che si è conclusa con il ritorno trionfale alla Royal Albert Hall, gremita fino all’ultimo posto; il Rach 3 gli è valso una interminabile standing ovation. Negli ultimi due anni il pianista australiano si è esibito a Montecatini Terme: nell’estate scorsa ha tenuto nella città termale un concerto esclusivo per i delegati ONU in convegno. La tournee mondiale del 2006 ha avuto date europee in Svizzera, Austria, Germania, e Spagna. David Helfgott si esibirà con brani di Mendelssohn, Chopin, Beethoven, e Liszt. L’ingresso sarà a offerta: il ricavato andrà a sostenere la ricerca contro il cancro. Ritengo doveroso sottolineare che il Maestro Helfgott ha deciso di rinunciare a qualunque forma di compenso dichiarandosi entusiasta di offrire la sua musica ad un fine nobile. Paolo MONTALTO Paolo.Montalto@libero.it
Saremmo lieti di leggere i vostri pareri riguardo a questo grandissimo artista.
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La musica a scuola: si o no?
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inserito lunedì 19 giugno 2006 |
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La riforma scolastica ha previsto dei cambiamenti che spaventano, nomi complessi, cicli di studio che portano ad una nuova concezione dei percorsi scolastici.
Ma in tutto ciò la musica, e nell’eccezione più amplia tutte le discipline artistiche, hanno ancora un ruolo? Purtroppo non sembrerebbe, tant’è che la musica perde dignità riuscendo a conquistare solo una posizione secondaria all’interno dell’istruzione obbligatoria.
Eppure, le Arti giocano un ruolo principale in tutto quello che riguarda la creatività, l’Arte permette alle persone di vedere, sentire, pensare in modo nuovo e sempre diverso anche all’interno di una realtà statica.
Sembra che la “Scuola” non la pensi così. La legge riordina gli istituti precedenti in otto grandi famiglie; per ciascuna offre delle “Indicazioni Nazionali”. All’interno dei nuovi ordinamenti la musica è calpestata. I tre licei, scientifico, classico, e artistico(!!) la musica è nominata fra le discipline opzionali, solo per poche ore nei primi quattro anni e senza indicazione di programmi, come invece avviene per le altre discipline. Inoltre le poche ore possono essere svolte solo se gli studenti non hanno dei problemi nelle altre materie, perché in questo caso, dovranno occupare le ore dedicate alla musica, nel ripasso per eliminare le lacune delle materie principali.
In pratica fai musica, come se fosse un premio, solo se l’interrogazione d’inglese è andata bene o sei riuscito a svolgere un tema corretto ed elegante nell’ora di letteratura!
Per gli altri percorsi, se è possibile, la situazione peggiora: nel liceo economico è presente nel biennio, non come disciplina a se, ma solo inserita nella tutela dell’arte, e in quello linguistico compare nell’ultimo triennio. Addirittura assente nel Liceo Tecnologico. Rimane il Liceo Musicale..
Il problema è solo uno: musicisti si nasce o si diventa?’ Se si nascesse basterebbe iscriversi ad un liceo musicale senza nessuna complicazione.. Ma se invece si diventasse, il ruolo dell’educazione scolastica sarebbe primario, e, seguendo questa ipotesi, un programma ministerile che “boccia” la musica potrebbe danneggiare molto il futuro musicista, anzi potrebbe non sviluppare un naturale talento bloccandone l’espressione.
Aspettiamo i vostri pareri!
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Come s’inizia?
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inserito lunedì 29 maggio 2006 |
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Vorremmo rispondere, utilizzando lo spazio blog ad una richiesta che arriva in redazione quotidianamente: “Vorrei iniziare ad ascoltare musica classica da dove comincio?”
Allora, questa domanda è particolare. Non neghiamo che ci ha messo in crisi, inizialmente..
Essa nasconde una grande verità: molte persone si sono avvicinate a questo genere articolato in modo sbagliato, ascoltando, tramite consigli casuali, dei pezzi molto complessi, la conseguenza è stata una delusione e un successivo allontanamento.
Pensiamo che sia importante un avvicinamento per gradi, quindi, è consigliabile ascoltare pezzi già noti, magari quelli utilizzati nelle colonne sonore di film molto famosi, la familiarità potrebbe, in questo caso aiutare l’ascolto. Per esempio: Richard Strauss, Also Spracht Zarathustra, in “odissea 2001 nello spazio”, oppure “The rach.3” nel film Shine, e così via
Un secondo passo potrebbe essere quello di vedere film che illustrano la vita dei grandi compositori; è possibile che appassionandosi ad uno di essi risulti più facile ascoltartene la musica. Per esempio: “Amata immortale” di Ludwig van Beethoven, “Amadeus" la vita di Wofgang Amadeus Mozart.
Ed infine, prima di passare all’ascolto vero e proprio, si potrebbero vedere dei dvd di concerti, sempre per collegare un’immagine mentale al suono. Per esempio: Arturo Benedetti Michelangeli - Michelangeli Plays Beethoven, recital pubblicato l’undici novembre 2005.
Avete commenti o altri consigli da dare?
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La pirateria musicale.
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inserito martedì 23 maggio 2006 |
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Un fenomeno curioso, elogiato e criticato, di cui si parlava, si parla e si parlerà nel futuro.
La pirateria non risparmia nessun genere musicale, e il fenomeno che inizialmente aveva coinvolto i generi leggeri, si stà diffondendo a macchia d’olio per ciò che concerne la musica classica.
Mentre voi leggete questo commento migliaia e migliaia di brani sono scaricati illegalmente dai pirati..Ma chi è, oggi, Pirata? Chiunque, il nostro vicino di casa che insegna catechismo all’oratorio, la signora che incontriamo sempre dal panettiere, l’amico dei nostri figli..I nostri figli! Perché davanti al computer non sei un pirata, ma ti stai solo scaricando quel brano che tanto desideravi della tal orchestra, con il tal direttore. Ma non sei un ladro, ne un delinquente, vuoi solo quel brano che desideri da tempo ..e poi forse un altro che non riesci a trovare in negozio, e anche, solo, quella “chicchetta” che ti ha detto un tuo amico.. Ecco il problema è questo la pirateria vive di persone normalissime che non credono di danneggiare, non si ha la consapevolezza.
Per quanto riguarda i diretti interessati, vale a dire gli artisti, le correnti di pensiero sono essenzialmente due. La prima condanna la pirateria cercando di difendere il proprio lavoro e prodotto musicale che , essendo tale, deve procurare un guadagno. Molti artisti lamentano il diritto di difendersi da queste persone che rubano il proprio lavoro recandogli danni a livello di profitto. La seconda corrente di pensiero, al contrario, vive l’arte come libera espressione che non può farsi limitare, nella diffusione, da case discografiche che impongono regole e prezzi. Vivono i propri prodotti musicali com’espressioni artistiche e culturali con l’obiettivo di diffondersi tra la gente e di conseguenza sostengono internet e appoggiano, i più radicali, la pirateria musicale. Alcuni di questi artisti hanno liberato tranquillamente i loro prodotti sulla rete.
Ma perché si scarica la Musica? La motivazione appoggiata da molti utenti è che un cd costa troppo..molti propongono di abbassare il prezzo. Le “Etichette” bocciano tutte le ipotesi e promettono guerra.. Una lotta che non sembra riuscire molto bene poiché, mentre noi scriviamo..migliaia e migliaia di brani stanno per essere “rubati”.
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Daniel Barenboim
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inserito giovedì 18 maggio 2006 |
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Daniel Barenboim, nato a Buenos Aires nel 1942, grande pianista e Direttore d’Orchestra, entra a far parte della famiglia del Teatro della Scala, non con il titolo di Direttore Artistico ma con la nomina di “Maestro Scaligero”.
Daniel Barenboim, nei prossimi 6 anni dovrebbe essere il direttore di riferimento della Scala. Barenboim dirigerà due produzioni d'opera per stagioni, iniziando con "Tristan Und Isolde" del 7 dicembre 2007, e almeno tre inaugurazioni sulle prime cinque; dirigerà l'Orchestra e il coro della Scala nel repertorio sinfonico, terrà recital come solista e concerti da camera. Un obiettivo molto importante che il direttore vorrebbe assolutamente conseguire è quello di riportare alla scala Abbado e Muti. Daniel Barenboim interpretò il suo primo concerto pubblico come pianista a 8 anni, proprio nella citta' natale. A dieci si trasferisce in Israele con i genitori, entrambi insegnanti di pianoforte. Debutta come direttore a 25 anni con la Filarmonica di Londra e da allora suona con le piu' importanti orchestre del mondo; dal 1991 e' direttore musicale della Chicago Symphony Orchestra, dall'anno successivo direttore musicale della Deutsche Staatsoper di Berlino e nel 2000 e' stato proclamato direttore "a vita" della Staatskapelle della stessa citta'. Nel 1999 fonda, con la collaborazione dell'intellettuale palestinese Edward Said l'orchestra arabo-israeliana Divan, che sarà alla Scala il prossimo primo settembre.
Cerchiamo attraverso la vostra esperienza di comprendere meglio questo Grande Artista; inoltre, vorremmo conoscere i vostri pareri riguardanti la scelta di Daniel Barenboim come Maestro Scaligero.
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E dopo il conservatorio?
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inserito venerdì 12 maggio 2006 |
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Sembra che attualmente si stia verificando una crisi che riguarda il futuro di molti professionisti della Musica. Ogni giorno in redazione arrivano curriculum d’artisti con percorsi di studio molto importanti che ci chiedono opportunità lavorative..Come mai? Dobbiamo, forse, pensare che la crisi sia in relazione con quella generale del mondo del lavoro o forse il discorso è diverso, è più ampio?
A Cosenza è nata la prima Associazione Musicisti Professionisti (tutte le informazioni le trovate sul sito http://www.ampitalia.org), che si presenta con quattro punti molto interessanti:
Promuovere la nascita di una coscienza di categoria fra tutti i musicisti professionisti.
Sensibilizzare l'opinione pubblica sul valore dell’arte musicale e sul valore professionale del lavoro del musicista.
Contribuire al potenziamento delle politiche culturali attraverso proposte legislative attente alla difesa dei valori dell’arte e della professione dei musicisti.
Tutelare gli interessi morali ed economici dei musicisti professionisti ed il loro prestigio nella società.
Sicuramente questa è un’iniziativa d’evidenziare e tutti possiamo apprezzarne la validità. Ma come mai l’esigenza, oggi, di creare un’associazione musicisti? Potrebbe segnalare un problema inquietante, una specie di crisi d’identità del settore musicale che, forse, non si sente abbastanza valutato all’interno del mondo del lavoro?
E voi cosa ne pensate: dopo il conservatorio che futuro ci attende?
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La musica classica “amata dalla musica leggera”!
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inserito lunedì 8 maggio 2006 |
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Settimana scorsa abbiamo stilato una news che ha riscosso un certo tipo d’interesse da parte dei nostri affezionati utenti che volevano esprimere il proprio parere. Abbiamo pensato, quindi, di pubblicare un Blog, grazie al quale condividere pareri relativi alla musica classica. Vi riportiamo la notizia integrale e aspettiamo i vostri commenti!
La musica classica ha sempre influenzato la musica leggera; infatti, a chi di voi, cultori della musica colta non è capitato di sentire dei pezzi, magari sotto suggerimento di un amico, e riconoscere una somiglianza con un celebre brano di musica classica?
Purtroppo la musica classica rimane apprezzata da una elite, mentre la maggior parte delle persone seguono con esaltazione tutti questi gruppi inglesi, e non, che cavalcano l’onda per alcuni anni e poi spariscono.
Molte associazioni musicali e scuole di musica lottano continuamente affinché i giovani inizino ben presto ad avvicinarsi alla musica colta ed imparino ad apprezzarne la complessità, ma soprattutto, in modo che capiscano un concetto fondamentale: la musica è armonia e non frastuono come alcune volte ci capita di sentire nella musica leggera! Uno dei problemi attuali è che imparare la musica e saper suonare, classica o generi impegnati tecnicamente, vuol dire dedicarsi con sforzo ad una disciplina complessa e non riuscire a fare due accordi e credersi musicisti!
In questi giorni si parla molto di un cantante Chris Martin dei Coldplay che sta già pianificando il suo futuro e ha sostenuto che alla fine della carriera con la band vorrebbe studiare musica classica. Il signore in questione è un elemento di un gruppo che ha venduto tanto da diventare uno degli uomini più ricchi del mondo, ma da qui a riferirsi come musicista che vorrebbe approfondire i suoi studi musicali tra qualche anno, passa molta acqua sotto i ponti.
Non per criticare il signore in questione che ha delle idee commerciali buonissime..Ma l’avete mai sentito suonare? Eppure i giornali scrivono sarà mai un concertista? Bisogna riprendere in mano la parola suonare, la definizione è stata fin troppo usata, anzi sfruttata, non si può chiedere se una persona che fa successo con pezzi dalla musica elementare, tant’è che potremmo chiederci che siano fatti a posta in base alla “bravura” dei “musicisti” in questione, diverrà concertista a 40 anni!
Cosa ne pensate? |
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