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 VITE ILLUSTRI
 
Berlioz Hector
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  Berlioz Hector
   
  1803 - 1969
   
   
Compositore e critico musicale, nacque a La Cote-Saint-André nel 1803. Iniziò lo studio sistematico della musica all’età di dodici anni, fu seguito dal flautista Imbert e da Dorant, chitarrista.
Le sue prime composizioni risalgono al 1816, tra le quali un quintetto per flauto e archi e, delle romanze per canto e chitarra erano già interessanti.
Nel 1826 iniziarono quella serie di disillusioni che segnarono l’artista e quella che sarà la sua carriera; la prima fu la mancata ammissione in fase finale del Prix de Rome. Fu un anno altalenante, se da una parte vi fu lo smacco del concorso romano, dall'’altra vi furono eventi decisi quali l’abbandono di medicina con l’iscrizione al conservatorio dove ebbe come insegnanti Lesueur e Rreicha; oltretutto un anno produttivo con l’inizio della stesura dell’opera “Lenor ou Les francs-juges”; strinse legami d’amicizia con J. D’Ortigue, Hiller e il giovanissimo Listz. Purtroppo però subì un nuovo smacco: la cantata “La mort d’Orphée” fu giudicata ineseguibile! B. cerco, dopo quest’evento, sollievo nella letteratura romantica trovandolo nei lavori di Shakespeare.
Nel 1828 nuova presentazione al Prix de Rome dove riuscì a classificarsi secondo, con la cantata: “Herminie et Tancrede”.
L’anno successivo fece la stesura dell’“Huit scenes de faust”da Goethe e, ancora insoddisfatto si presentò al Prix con: “La mort de Cleopatre” che fu respinto dalla giuria. Infatti, questa scena lirica per soprano ed orchestra su testo di Vieillard, costituisce una delle prime realizzazioni importanti del musicista ma effettivamente Berlioz pagò l’alienità allo stile musicale che era richiesto di là del Reno. In ogni modo la composizione delinea chiaramente ciò che è la base dei lavori Berlioziani: spettacolarità del suono ad ogni costo. ( L’introduzione orchestrale di questa composizione presenta passaggi armonici nuovi ed enigmatici, di cui B. va debitore alla sua ignoranza del pianoforte!).

Del 1830 la “Symphonie fantastique”, che sembrerebbe ispirata dall'’incontro con l’attrice Harriett Smithson (diventò sua moglie nel 1833) e la cantata “Sardanapale” con cui finalmente riuscì a vincere in primo premio al Prix.
Il soggiorno romano in dono al vincitore, allargò il suo giro d’amicizie: Glinka, Mendelssohn e, arricchì la su produzione: fra i più importanti, le ouvertures “Le corsare e Roi Lear” e il melologo “Lelio, ou Le retour a la vie, che venne concepito come ideale continuazione della Fantastique. Al suo ritorno a Parigi, nel 1832 le due composizioni gli fecero ottenere uno dei suoi rari successi mondani propria carriera: un concerto diretto da Habeneck al conservatorio.
Nel 1834, oltre a scrivere “Harold en Italie”, ottenne la rubrica di critico musicale sulla “Revue ou gazzette musicale” e sul “journal des Debats” (usciranno le sue recensioni fino al 1863).
Nel 1837 vede la luce la sua composizione: ”Grande messe des morts” in omaggio ai soldati caduti durante la presa di Costantina, rappresentata nella chiesa parigina di Saint-Louis des Invalides.
Nel 1838 lo investì un altro insuccesso, cadde impietosamente: “Benvenuto Cellini”, nell’opera si trova la sua personalissima concezione di musica, dove il raffinato estetismo porta in dissidio B. in dissidio con il proprio secolo.
Nel 1839 magnifica ripresa con la splendida “Romeo et Juliette, symphonie drammatique avec choeurs, solos de chant et prologue en recitatif choral”; nel 1840 la “Grande symphonie funebre et triomphale.
Negli anni ’40 B. inizia la serie delle sue tournees all’estero che preferisce alla patria dopo la mancata entrata nell’accademia dopo la morte di Cherubini; inoltre pubblica:il basilare”Grand traite d’instrumentation et orchestration moderne (1844) e il “Voyage musical en alemagne et en Italie”(sempre lo stesso anno). Trascrisse per orchestra delle liriche che inizialmente compose per voce e pianoforte o coro (La belle voyageuse) ; portò a compimento: “Te Deum à trois choeurs avec orchestre et orgue concertant”.
Tra il 1855 e il 1858 portò a compimento, con l’opera in due parti “Les troyens,il più ambizioso e voluto progetto:la trasposizione teatrale dell'’Eneide. Ma nel 1863 viene rappresentata al Theatre Lirique un edizione profondamente mutilata, col titolo “Les Troyens à Carthage”(solo nel 1890 a Karlsruhe l’opera ebbe la sua prima messa in scena completa),la quale non ebbe successo.Solo ai giorni nostri questo gran lavoro berlioziano è adeguatamente apprezzato.
Nel 1862,al casino di Baden,viene rappresentata l’ultima sua opera: “Beatrice et Benedict”, tratta da Molto rumore per nulla di Shakespeare. Anche se colpito da molti lutti famigliari, Trova ancora la forza di compiere delle tournees: nel 1866 in Austria; nel 1867 in Germania, nel 1868 in Russia.
 
       
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