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UNA RIFLESSIONE SUL MONDO DELLA MUSICA |
La manifestazione più famosa d’Italia offre lo spunto per fare un bilancio e per ipotizzare nuovi obiettivi d’intervento. La parola a Paolo Carini, Capo dipartimento per lo Spettacolo e lo Sport del ministero dei Beni Culturali. La situazione dell’industria musicale, le possibili aree di intervento
Marta Francescangeli
Qual è il panorama dell’industria musicale in cui è affacciato il Festival?
Il Festival è un evento importante in Italia dal punto di vista musicale, per l’ascolto di nuove canzoni cantate sia da vecchi interpreti che da nuovi talenti, ma soprattutto Sanremo è un momento che consente di fare il punto sulla situazione del mercato della musica leggera italiana.
Il fatturato dell’industria musicale negli ultimi cinque anni è stato in continuo calo: c’è stata una diminuzione del 25% tra il 2000 e il 2005. Tuttavia, a fronte di questo tracollo, emerge un dato significativo, ovvero che la musica nazionale rappresenta il 51% del mercato, con una crescita del 4% nell’ultimo anno.
Insomma, la musica italiana è in buona condizione. Cosa è successo, allora?
Innanzitutto ,oltre al prezzo del Cd che è rimasto alto, con il digitale è cambiato il panorama all’interno del quale si muove la musica. Il consumo attraverso Internet e attraverso la telefonia mobile sta vivendo una crescita esponenziale. Questo è elemento di grosso interesse per il prossimo futuro e dovrà determinare un forte cambiamento dell’industria. Sarà necessario investire nella ricerca e nelle nuove tecnologie. Solo le imprese capaci di adeguarsi resteranno sul mercato.
Ci sono delle iniziative, da parte del Governo, per sostenere questo processo di cambiamento?
Lo scorso anno, proprio in occasione del Festival, è stato sottoscritto il cosiddetto Patto di Sanremo tra il ministro per i Beni e le Attività culturali, quello dell’Innovazione tecnologica e quello della Comunicazione. Il Patto prevedeva la costituzione di un gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei tre ministeri e da rappresentanti di categoria, con il compito di definire dei codici deontologici per gestire il momento di passaggio al digitale. Io ho l’onore di essere il coordinatore del gruppo, ed entro la fine della legislatura potremo fornire i tre codici necessari alla creazione di un mercato legale dei contenuti digitali sulla Rete. Questi codici, sui quali si potrà basare il lavoro nella prossima legislatura, sono il frutto di accordi tra Internet provider, società di telecomunicazione e proprietari di contenuti.
I Beni Culturali, che ruolo hanno in manifestazioni come il Festival di Sanremo?
Il Fondo Unico per lo Spettacolo (Fus), tradizionalmente interviene solo in maniera marginale nelle attività di musica leggera. Tale impostazione deriva dalla legge del 1999 che ha istituito il Fus, che contempla tra le attività musicali solo la musica classica…
E quella leggera, allora?
Gli interventi del ministero per la verità ci sono, prevalentemente nel campo della formazione. Un esempio è la Scuola Tenco, ed alcune altre iniziative similari.
La musica leggera è uno strumento importantissimo, in quanto momento di cultura universale, che si rivolge ai giovani e li aiuta ad uscire da alcune situazioni di difficoltà sociale che incidono sulla loro vita. Sono convinto che sarebbe opportuno intervenire a sostegno di questa parte dell’industria musicale.
Torniamo agli aspetti economici. In quale modo si potrebbe incentivare la crescita del mercato?
Penso che valga la pena guardare a quanto succede in altri paesi. Tra le iniziative possibili, ad esempio, ci sarebbe il credito di imposta, da fornire annualmente a ciascuna impresa per incrementare gli investimenti; l’anticipazione di risorse alle imprese, la diminuzione dell’aliquota Iva al 10% come avviene negli altri paesi. Quest’ultima mossa consentirebbe una diminuzione del prezzo del CD.
Sanremo è la festa della musica leggera italiana, che è parte del nostro patrimonio culturale: quali sono le iniziative in atto per difenderla?
Tra le tante possibili, ricordo una di particolare attualità. Nel Consiglio dei Ministri dello scorso 23 febbraio, su proposta dei ministeri dei Beni culturali, delle Politiche comunitarie e delle Attività produttive è stato approvato un decreto legislativo di rilevante interesse per il territorio italiano, che attua la Direttiva comunitaria 48/2004, la cosiddetta “direttiva enforcement”, sulla tutela giurisdizionale in materia di diritti d’autore e proprietà industriale. In caso di fenomeni di contraffazione e pirateria ci sono una serie di indagini predisposte dalla magistratura che possono comportare delle sanzioni. Tale iniziativa ci porta ad essere un Paese all’avanguardia nella lotta alla pirateria.
Una domanda personale, a quale canzone della storia del Festival Paolo Carini è particolarmente legato?
Io personalmente sono legato a “Nel Blu dipinto di blu” di Modugno. Al di là della sua bellezza, rappresenta un momento epocale, di rottura degli schemi tradizionali musicali. Mi ricorda il periodo in cui andavo a scuola: all’epoca, il Festival di Sanremo era l’occasione più importante dell’anno per quanto riguarda la musica in Italia.
Quale tra le canzoni sanremesi ha lasciato un segno nella storia della musica?
Cito ancora una volta Modugno, con “Piove” e con “Nel Blu dipinto di blu”, senza dimenticare altri grandi come Battisti e l’attuale Vasco Rossi. Noi abbiamo una tradizione molto consistente e molto valida, fatta di bravi cantanti e bravi compositori e il Festival di Sanremo rimane la nostra vetrina più prestigiosa.
Se esistesse un premio alla carriera per i cantanti sanremesi, a chi lo attribuirebbe?
Gianni Morandi credo sia un elemento di continuità, ha partecipato al Festival da bambino e oggi rappresenta un’icona della musica leggera in Italia e nel mondo. Penserei anche ad una donna, Caterina Caselli, che oggi è anche produttrice e manager, una persona che conosce a fondo il mondo della musica italiana.
Fonte: CulturaWeb
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