E’ giunto a Roma, per annunciare entro l’anno gli ospiti della quinta edizione del Rome Chamber Music Festival, Robert McDuffie, fra i più noti violinisti al mondo e co-fondatore e direttore artistico del Festival che si svolge ogni giugno nella Capitale all’oratorio del Gonfalone in via Giulia e vede riunirsi nella Capitale i maggiori musicisti contemporanei.
Robert McDuffie, Lei è stato il direttore artistico del Festival dalla sua nascita nel 2003. Roma, a parte l’Accademia di Santa Cecilia, è forse meno attenta alla musica classica di altre capitali nel mondo. Il Festival sposta l’obiettivo ancora più avanti, perché la musica è da camera, meno facile da divulgare. Qual era l’obiettivo iniziale e quali sono stati quelli raggiunti? “Il nostro obiettivo iniziale era quello di far conoscere a Roma i musicisti internazionali più bravi. Volevo aggiungere al panorama romano un Festival che ancora non esistesse, senza precedenti. Abbiamo cominciato a Villa Aurelia sul Gianicolo, poi, a causa di mancanza di spazio e di altre ragioni, ci siamo trasferiti ancora più al centro: all’oratorio del Gonfalone. Posso dire che il mio sogno si è realizzato e si va realizzando di anno in anno e che grazie all’entusiasmo di molti abbiamo ottenuto i risultati previsti”. Il successo del Festival dimostra che non è sempre necessario rendere popolare un prodotto alto per farlo capire, il pubblico non ha sempre bisogno di gadget e coffee-shop per ripagare chi si fida del suo buon gusto. Pensate di aver corso un rischio percorrendo la strada della sobrietà e del professionismo ? “Non ho pensato di correre rischi, ho solo fatto la scelta che ritenevo più giusta. Un messaggio onesto e vero ha più potere di una chiassosa pubblicità”. Chi sono gli artisti italiani che possono accedere ai master con i grandi artisti del Festival? “Il Rome Chamber Festival ha inaugurato nel 2006 un progetto di Masterclasses gratuite rivolte ai giovani talenti musicali, italiani e statunitensi. I candidati devono avere meno di 21 anni, vengono selezionati da me e da Andrea Lucchesini e hanno la possibilità di studiare i capolavori della musica da camera insieme agli artisti ospiti nelle due settimane del Festival. Si tratta di offrire agli studenti più meritevoli un’opportunità altrimenti molto costosa e difficile da realizzare in giovane età”. In cosa consiste la nuova collaborazione fra la McDuffie Center for Strings alla Mercer University di Macon in Georgia e il Conservatorio di Fiesole? “Innanzitutto si è trattato di inaugurare una parte didattica all’interno delle due settimane del Festival, ma insieme ad Andrea Lucchesini (pianista e direttore della Scuola di musica di Fiesole) andiamo con calma, perché si deve crescere in maniera graduale (in inglese diciamo ‘organica’). Quattro studenti italiani e quattro americani verranno a Roma quest’anno, negli anni successivi ne avremo di più”. Nel 2008 sarà nel tour che la vedrà interprete della nuova opera di Philip Glass “The American Four Seasons”, e contemporaneamente suonerà le Quattro stagioni di Vivaldi. La musica contemporanea può essere da camera? “Certo, come no! Ci sono molti capolavori di musica da camera contemporanei come quelli di Messian, Stravinsky, oltre naturalmente a quelli di Philip Glass. Nel 2007 abbiamo scelto lo slogan ‘Rome Chamber Music Festival: non solo musica da camera’ anche per far capire che la musica da camera è un’esperienza che non si limita ai capolavori classici”. In occasione del quinto anniversario del Festival, Lei ha scelto come parola guida del Festival “Avanti”.
Non poteva capitare migliore spazio per dirci cos’è per lei “Avanti”… “‘Avanti’ perché ogni anno presentiamo artisti diversi, brani diversi, più studenti, nuovi progetti, ecco perché ‘Avanti’ è la parola perfetta per definirci”. |