Opera Lirica
 
 
 
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Dizionario dell'Opera - ED. Baldini & Castoldi
   ALINA, REGINA DI GOLCONDA
  di Donizetti Gaetano su libretto di Felice Romani
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Personaggi

Alina (Soprano)
Fiorina, prima delle schiave (Soprano)
Seide, pretendente di Alina (Tenore)
Volmar, amante di Alina (Baritono)
Belfiore, amante di Fiorina (Baritono)
Hassan, grande ufficiale di corte (Tenore)
Cora, schiava (recitante)
Baiadere, bramini, grandi del regno, guardie indiane e francesi

Secondo titolo della collaborazione con Romani, Alina è un’opera elegante, caratterizzata da un diffuso impiego del coro: è probabilmente la commedia più riuscita tra L’ajo nell’imbarazzo e L’elisir.

Nel regno di Golconda
Alina, invitata dai sudditi a scegliersi uno sposo, esita: è ancora innamorata di Volmar, un ufficiale conosciuto tempo addietro allorché, prima di essere rapita dai pirati e portata in India, era pastorella in Provenza.
Al momento della scelta, giunge la notizia dell’arrivo di Volmar in qualità di ambasciatore di Francia. Quando Alina, accompagnata dalla schiava Fiorina, si reca velata ad accogliere gli stranieri, quest’ultima riconosce il proprio ex marito, Belfiore, nell’aiutante di Volmar. Intanto Seide, preoccupato che Alina possa preferirgli uno straniero, medita vendetta.
Nelle sue vesti regali, Alina accoglie Volmar, che nel vederla resta incredulo e affascinato. Quando Seide ribadisce ad Alina l’invito a scegliersi uno sposo, ella designa Volmar suscitando sorpresa e sdegno e rafforzando nell’attonito straniero la sensazione di essere vittima di un incantesimo. Per conquistare Volmar, Alina prepara con Fiorina una messinscena, travestendosi da contadina e ricreando il paesaggio provenzale della sua giovinezza.
Mentre Fiorina fa lo stesso con Belfiore, giunge la notizia che Alina è stata imprigionata da Seide; ma grazie ad Hassan, sempre fedele alla regina, Volmar interviene con le sue truppe e libera l’amata, che può infine regnare su Golconda accanto al nuovo re.

Il libretto si giova di alcuni caratteri canonici del genere buffo, come il travestimento e il gioco dei contrasti tra registri stilistici: dal linguaggio solenne e talora artificioso di Alina, Volmar e dei cori nelle scene di corte, a quello realistico di Fiorina e di Belfiore.
L’opera si inserisce nella migliore tradizione rossiniana: il finale primo (“Tace sorpreso e attonito”) ripropone l’analoga situazione che conclude il primo atto del Barbiere , e Donizetti si serve della consueta suddivisione, tipica del finale d’atto (tempo d’attacco-concertato-tempo di mezzo-stretta), per preparare a poco a poco il colpo di scena, allorché Alina sceglie Volmar come suo sposo, tra la sorpresa degli astanti e la confusione susseguente.
Degno di nota è anche l’episodio di tono pastorale ambientato in Provenza, che Donizetti tratteggia con un’abile scrittura orchestrale, dai colori lievi e timbricamente raffinati.
 
   
       
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